lunedì 28 maggio 2007

Insalata di lenticchie, cipolle di Tropea e pomodori


E’ senza dubbio uno dei nostri piatti estivi preferiti. Fresco e molto saporito. E’ semplice, veloce, gustoso e, a guardar bene, anche molto bello. Il contrasto di colore tra il viola della cipolla e il marrone delle lenticchie si presenta benissimo. Può essere servita come antipasto con altre insalate e pinizimonio oppure come contorno. Come quasi tutte le pietanze, diventa squisita se mangiata il giorno dopo la preparazione!

Per 4 persone
Ingredienti
4 tazzine di lenticchie secche (da mettere a bagno la sera prima) oppure una scatola di lenticchie già cotte (meglio la prima opzione!)
1 cipolla di Tropea viola viola
3 o 4 pomodori
olio
sale
pepe
(
per chi preferisce una semplice vinaigrette: mostarda all’aceto, olio)

Cuocere le lenticchie con un semplice soffritto di cipolla bianca e un po' di dado. Tagliare la cipolla a rondelle e i pomodori a dadini. Una volta cotte, mescolare tutti gli ingredienti e condire o all’italiana – con olio, sale e pepe - oppure con la vinaigrette.

venerdì 25 maggio 2007

Are you a Zinneke?



In qualità TOF people 2007, forse potrò partecipare ad un mini-corso di cucina presso il nuovo Atelier des Chefs che ha appena aperto i battenti anche a Bruxelles (17 rue des Chartreux - 1000). Sarà una gara a chi si prenota prima: i posti sono appena 10... e noi siamo 10 per ogni Stato membro dell'Unione Europea... vedremo!

Tra gli altri eventi, anche questo corso, è organizzato per celebrare il ritorno della statua di Zinneke (il cagnetto meticcio in fotografia)* simbolo del carattere interculturale e mutliculturale della Bruxelles di ieri, di oggi e di domani. Per i più curiosi aggiungo che l'etimologia di Zinneke si rifà al nome fiammingo del fiume che scorreva a Bruxelles prima di essere coperto, la Zenne (in francese Senne) sulle cui rive vivevano molti cani meticci.



* la statua di Tom Frantzen aveva subito dei danni da parte di alcuni vadali ed è finalmente tornata al suo posto (all'angolo di rue des Chartreux) dopo il restauro.

venerdì 11 maggio 2007

Siamo ciò che mangiamo?

[Arcimboldo (1527-1593), Vertumnus]

Sarà capitato anche a voi, al supermercato, quando aspettate alla cassa, di sbirciare o di guardare spudoratamente nei carrelli delle persone che aspettano avanti o dietro a voi e di comparare il loro viso con ciò che hanno nel carrello. Al Delhaize, a me capita sempre più spesso: in primo luogo, perchè in Italia è raro che vada al supermermercato - preferisco i negozietti specializzati - in secondo luogo, perchè in Italia scegliamo più o meno tutti gli stessi prodotti. Mai che manchi un pacco di pasta, una buona dose di verdure, le fettine di carne, il pane fresco e salumi e formaggi. Qui, invece, come non soffermarsi su chi compera il boudin noir per cercare un tratto somatico che lo riconduca immediatamente alle salsicce che sta per ingurgitare, o su chi ha un carrello stracolmo di porzioni di cibo precotto, alcune tavolette di cote d'or 80% noir, due lattine di coca light, e nessuna traccia né di frutta e verdura. Sono convinta che il detto "siamo ciò che mangiamo" (citazione di Feuerbach) abbia tutta una sua coerenza e mi piacerebbe provarlo empircamente. Mi piacerebbe svolgere uno studio sulle abitudini alimentari della popolazione di un determinato quartiere di Bxl, che generalmente è un miscuglio di etnie e classi sociali le più diverse, poi provare con un'altra zona della città e infine comparare i risultati. Non credo sia di facile realizzazione, tuttavia sarebbe divertente, macchina fotografica alla mano, confrontare il carrello e il volto di chi acquista. E da queste due immagini risalire alla nazionalità, al ceto sociale, alla professione e così via. Non ho certo la pretesa di ottenere un risultato dal profondo valore scientifico, anzi... anche se, pensandoci bene, potrebbe assumere un certo valore almeno per quanto riguarda lo studio del mercato... chissà se è una completa cretinata o qualcuno ci ha già pensato?

giovedì 10 maggio 2007

Philip's Biscuits (Anversa)

Stamattina ci siamo svegliati sapendo di aver finito il caffé buono, quello italiano, e di non aver più neppure un biscotto. Abbiamo desiderato ardentemente un sacchetto dei biscotti al burro, a forma di mano, che si trovano solo ad Anversa in un biscottificio che sembra una fucina dove fate e gnomi infornano biscotti da mattina a sera. E' un luogo da favola che i buongustai non possono perdere.
Perchè i biscotti di Anversa sono a forma di mano? Perchè la mano è il simbolo della città.

La leggenda racconta che anticamente un crudele gigante di nome Druoon Antigoon si era posto di guardia su un’ansa del fiume Schelda sulla cui riva destra sorge la città. Il terribile Antigoon esigeva il pagamento di un pesante pedaggio da parte di ogni nave di passaggio. Se il capitano non era in grado o non voleva esaudire la richiesta il gigante gli tagliava una mano. Il diabolico mostro continuò a terrorizzare i poveri marinai per molti anni, fino al giorno in cui si imbattè in Silvius Brabo. Il coraggioso legionario romano affrontò il gigante, riuscendo infine ad ucciderlo. Gli tagliò una delle mani e la gettò nel fiume in segno di vendetta verso tutte le sue vittime. In segno di gratitudine venne nominato Duca di Brabant.
Da questa storia deriva anche il nome della città che in fiammingo è Antwerp, da hand (mano) werpen (tagliata). Storia un po' cruenta, vero, anche se con una morale di giustizia. Sta di fatto che, nei luoghi più impensati della città si può facilmente incappare in installazioni e sculture che rappresentano una mano. Oltre a poter gustare gli indimenticabili biscotti di Philip.
Philip'sBuiscuits
Korte Gasthuisstraat 11
b-2000 Antwerpen


mercoledì 9 maggio 2007

Una scoperta formidabile: penne con gli asparagi

Non c'è dubbio che questo blog stia diventando, giorno dopo giorno, sempre più verde. Non che mi dispiaccia, ma questa mono-cromia non mi rappresenta, quindi da domani si cambierà quanto meno il colore. Per oggi ancora una ricetta "al verde" che ci ha lasciato sopresi per la sua semplicità e per la sua bontà. Da replicare ancora qualche altra volta, magari in compagnia, prima che finisca la stagione degli asparagi.

Penne con asparagi
Per 2 persone
Ingredienti:
una decina di asparagi verdi

olio extravergine di oliva
sale
pepe
pasta


Prima tappa: lavare e mondare gli asparagi. Tagliare i gambi a rondelline, lasciando intatte le punte.

Seconda tappa: in un po' di olio d'oliva far soffrigere per qualche minuto gli asparagi a rondelle a cui successivamente si aggiunge un po' d'acqua. Lasciare bollire per una ventina di minuti



Terza tappa: dopo quindici minuti aggiungere le punte, precedentemente tagliate che bolliranno insieme alle rondelline per altri cinque minuti.


Quarta e quinta tappa: passare al mixer una parte degli asparagi la cui "mousse" verrà aggiunta alla parte non frullata. Una volta bollita la pasta, spadellarla a fuoco vivo con gli asparagi. Aggiungere successivamente parmigiano (non troppo) e un filo di olio crudo.

lunedì 7 maggio 2007

Quando proprio la voglia di cucinare è a -5 ...


... ma si ha una fame da lupi, si chiede immediato soccorso all'omelette che, nelle famiglie italiane, è altrimenti detta frittata. Per quanto mi riguarda è proprio l'ultima spiaggia - si vede che da piccola, a forza di zabaioni, mi hanno fatto uscire le uova dagli occhi - ma non la disdegno se è farcita con verdure e formaggio. Sopra un tipico esempio di frittata fatta in casa con zucchine, parmigiano, mozzarella, sale, pepe e qualche foglia di basilico che può essere sostituito, a piacere, con un po' di mentuccia fresca.


A Bxl, in Place Fernad Coq, si possono gustare delle ottime omelette ("baveuses" ou "pas baveuses") da Parallèle. Ambiente accogliente, pieno di giovani, dove si può mangiare un piatto veloce a pranzo o bere un buon tè alla menta. Molto piacevole d'estate mangiare fuori con l'edificio della Commune d'Ixelles di fronte. Qui sotto classico esempio di omelette del Parallèle: molto ricca... forse un po' troppo...

mercoledì 2 maggio 2007

Tagliata di tonno al pepe e julienne di cetriolo e citronette


E' una di quelle ricette che, nonostante la facilità, non avevo ancora provato a cucinare. L'idea era di fare qualcosa di nuovo, di sano, di fresco e saporito. Ecco subito recuperata la ricetta.

Tagliata di tonno al pepe e julienne di cetriolo e citronette
Per 4 persone:
In un mortaio pestare un cucchiaio ciascuno di
pepe bianco, nero, rosa e verde. Trasferire tutto in un piatto. Salare e ungere con poco olio extravergine di oliva 600 gr di filetto di tonno che si passerà nel mix di pepe così da rivestirlo in modo uniforme. Mettere a riscaldare un cucchiaio di olio extravergine di oliva in una padella antiaderente e trasferire il filetto di tonno che cuocerà 2 minuti per lato. Toglierlo dal fuoco, lasciarlo intiepidire prima di tagliarlo a fette dello spessore di 1 cm con un coltello ben affilato. Servire la tagliata con 2 cetrioli sbucciati, privati dei semi e tagliati a julienne. Codire il tutto con un'emulsione preparata sbattendo succo di 2 lime con due cucchiai di olio extravergine di oliva , un cucchiaio di salsa di soia e un cucchiaino di zucchero di canna.
Servire con rucola (possibilmente non belga... che non sa proprio di niente) e pomodori possibilmente profumati di sole e saportiti di Italia (evitare quelli delle Fiandre... che non sanno neppure di Mare del Nord!)

In senso orario: tonno poelé al pepe con julienne di cetriolo, rucola, Lebane bi kyiyar (fatto a modo mio) e pomodori peretti.

Il Labane bi kyiyar non è altro che yogurt al cetriolo. La ricetta è, come dice il nome, libanese, anche se questa mezze è presente anche nella cucina ebraica seppur con qualche modifica. Io ho seguito la ricetta di base libanese, ma poi ho aggiunto alcuni ingredienti che, a memoria, erano presenti in una ricetta ebraica in un libro che ho dimenticato in It. Il risultato è davvero ottimo.
Ingredienti per 6 persone:
1 confezione di yougurt greco (Total)
1 spicchio d'aglio fresco e profumato
3 cetrioli piccoli o 1 cetriolo grande
qualche foglia di aneto
qualche goccia di succo di limone
sale grosso
In un mortaio pestare l'aglio con del sale grosso a cui verrà aggiunto lo yogurt e tutti gli altri ingredienti. Mescolare energicamente il tutto e infine aggiungere l'aneto e il limone. Lasciare raffreddare in frigo e servire fresco.